L'ordine del giorno preparato dal deputato della RnP D’Elia e fatto proprio dal Governo ieri non è né un espediente per tenere compatta la maggioranza né una provocazione nei confronti dell’opposizione bensì l’avvio di un impegnativo percorso che propone una progressiva evoluzione delle spese e strutture militari in investimenti civili per favorire il progresso verso la libertà e la democrazia dell’Afghanistan.
L’impegno preso dal Governo italiano, che dovrà essere presentato in maniera solita ai partner presenti e attivi in Afghanistan - anche grazie alla convocazione di una conferenza per la pace in quel paese - potrebbe consentire l’innesco di un circolo virtuoso in cui si passerebbe dalle politiche di eradicazione forzata del papavero alla promozione di norme da “stato di diritto” che invece di privare i contadini afgani della maggiore fonte di introiti a loro disposizione oggi, ne consentirebbe la conversione in segmenti di mercato legali. Non si tratta di legalizzare il narcotraffico, ma di rispondere all’appello dell’Onu che ritiene occorra fare sforzi globali per soddisfare il crescente fabbisogno reale di analgeisici, specie nei paesi poveri.
Con la decisione di ieri il Governo Prodi, che ha più volte affermato di voler perseguire il multilateralismo, ha, dopo la moratoria delle esecuzioni capitali, un ulteriore proposta concreta per riempire di contenuti la propria presenza alle Nazioni unite.
Al sito www.radicalparty.org una nota articolata sull’impatto dell’oppio in Afghanistan
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