Rientrato d'improvviso da Bruxelles in Italia non prima d'aver fatto il giro di mezza penisola, sulla tratta Bruxelles-Roma ho chiesto in presito La Repubblica alla mia vicina. Sfogliando noiosamente mi sono imbattutto sulla presentazione della traduzione in italiano di due saggi brevi di Julia Kristeva preceduti da un altrettanto breve intervista della stessa con l'editore Donzelli. Incuriosito dal titolo, una volta a Venezia mi sono comprato "Bisogno di credere. Un punto di vista laico", ve lo consiglio caldamente. E' piuttosto ostico ma proprio per questo ne vale la pena.
Nata nel 1941 in Bulgaria, Julia Kristeva insegna Linguistica e Semiologia all’Università di Parigi. Esponente di spicco della corrente strutturalista francese, ha poi rivolto i suoi interessi alla psicoanalisi. Di Julia Kristeva la Donzelli editore ha pubblicato la trilogia dedicata al «genio femminile»: Colette (2004); Hannah Arendt (2005); Melanie Klein (2006). Per questa trilogia, Julia Kristeva è stata insignita del Premio Roma-«Amelia Rosselli» (2005) e del Premio «Hannah Arendt» (2006).
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