11.09.2006

Prosecutor v. Thomas Lubanga Dyilo

L'Aja - A poco piu' di quattro anni dall'entrata in vigore dello Statuto di Roma, la Corte penale internazionale ha iniziato oggi l'udienza della camera preliminare che dovra' confermare nell'arco di tre settimane le accuse contro il congolese Thomas Lubanga Dyilo ritenuto responsabile di aver arruolato con la forza decine di bambini nella sua milizia colpevole di aver attaccato la popolazione civile in numerosi villaggi della regione dell'Ituri nel nord est della Repubblica Democratica del Congo. Presidente della camera il giudice francese Claude JORDA, giudici a latere la brasiliana Sylvia STEINER e la ghanese Akua KUENYEHIA.

Nel corso delle prime dichiarazioni rese alla Corte nel marzo del 2006 a seguito del suo trasferimento dal carcere di Kinshasa a quello internazionale di Scheveningen, Lubanga ha affermato di essere un uomo politico congolese e di aver fondato e presieduto a cavallo tra il 2000 e il 2003 l'Union des patriotes congolais (UPC) che si era sostituita nel 1999 al governo del Ressemblement pour le Congo con un colpo di mano nella regione dell'Ituri divenendone ministro della difesa e in seguito della giustizia. Secondo l'accusa Lubanga sarebbe anche uno dei massimi responsabili degli attacchi del braccio militare dell'UPC, le Front pour la liberation du Congo attraverso il quale l'UPC voleva imporre la supremazia del gruppo Hema sulle altre etnie presenti nella regione.

Lubanga si e' presentato in aula indossando il costume tradizionale delle regione di colore azzurro e con occhialini da intellettuale. 45 anni laureato in psicologia, eletto all'assemblea provinciale nella regione nord-orientale dell'Ituri per il Ressemblement, nel sett 2000 con altri compagni fonda l'UPC, che da subito si dichiara movimento politico-militare per la liberazione del popolo congolese; ne resta presidente fino alla sua cattura nel 2004 da parte delle forze del Presidente Kabila jr.

Il conflitto armato che dal 2000 al 2003 vede l'Ituri al centro di violenze e saccheggi - la regione e' una delle piu' ricche di oro, metalli e legnami pregiati - avrebbe in Lubanga uno dei maggiori responsabili di crimini di guerra commessi nella fase di escalation tra il luglio 2002 e dicembre 2003. Nella regione vivono 18 gruppi etnici (in realta' si tratta di "gruppi" la cui identita' e' stata delineata piu' dall'intervento esterno dei missionari cattolici belgi che da reali differenze etnico-culturali) per un totale di 3,5 milioni di persone. Il gruppo piu' numeroso e' quello degli Hema seguito dai Lendu. Il conflitto a bassa intensita' tra vari gruppi del 1999 si sviluppa velocemente in un vero e proprio conflitto armato che viene caratterizzato come "pulizia etnica" degli Hema contro i Lendu.

Fin dall'inizio nel 2000 l'UPC aveva armi e soldati che, col passare del tempo, e nel tentativo di slegare le responsabilita', nel 2002 vengono denominate Front pour la liberation du Congo (FPLC). Anche i Lendu iniziano a organizzarsi in milizie armate e le ostilita' si intensificano ampliando le ripercussioni del conflitto locale a livello regionale e nazionale arrivando a interessare anche gruppi stranieri coinvolti nel commercio d'armi, nel training e sostegno logistico che dal 2000 al 2002 provengono dall'Uganda mentre nella fase finale 2002-2003 dal Ruanda. Vittime del conflitto triennale circa 8000 congolesi mentre oltre 60000 sarebbero gli abitanti dell'Ituri forzati ad abbandonare i loro villaggi. Tale era divenuta la magnitudine dei crimini che il consiglio di sicurezza, che nel 2001 aveva inviato una missione nella Repubblica Democratica del Congo (MONUC) la rafforza nel 2003 agendo secondo quanto previsto dal capitolo 7 della Carta trasformandola nella piu' grande missione di peacekeeping delle Nazioni unite.

Il Procuratore della Corte penale internazionale Luis Moreno Ocampo sostiene che Lubanga sia responsabile di tre crimini di competenza dello Statuto della CPI e riguardano tutti il reclutamento forzato e l'utilizzo in azioni di guerra di bambini sotto i 15 anni. Per dimostrare le proprie accuse, il team di investigatori ha raccolto le testimonianze di numerose vittime e testimoni tra cui quelle di alcuni bambini, tre maschi e due femmine, che all'eta' di 10, 11 e 13 anni erano stati forzati ad unirsi alle milizie di Lubanga per la campagna di pulizia etnica contro i Lendu.

La difesa, che fin dall'inizio ha sollevato problemi tecnici e procedurali, sostiene che Lubanga abbia sempre e solo giocato un ruolo politico, che l'etnia Hema era attaccata da altri gruppi per motivi di conquista del potere politico - tanto che Lubanga, vittima di una serie di aggressioni, fu costretto a fuggire in Uganda - ma soprattutto ritiene che sia dubbia la competenza della Corte visto e considerato che sono state le autorita' congolesi ad aver arrestato Lubanga e che negli ultimi anni Kinshasa ha ricostruito, seppur con difficolta', il sistema giudiziario, tutti elementi che dimostrerebbero tanto la volonta' quanto la capacita' di portare avanti il processo. Sulla competenza della Corte e' in corso un appello.

2 comments:

Anonymous said...

è uno scandalo che in italia ci sia così poca attenzione per l'operato della corte penale internazionale.nessun telegiornale ha seguito l'attività che la corte ha fino ad ora svolto.assurdo!

perdukistan said...

e pensare che lo statuto si chiama trattato di roma