Da un paio di giorni, anche perché in altre faccende affaccendato, ho schiaffato video musicali al posto di post su questo blog - rinominandolo alla bisogna - per tentare di capire quanto in effetti si possa utilizzare la Rete in modo multimediale e, per certi versi, interattivo. Mancandomi il tempo e le competenze tecnologiche per arrivare a un 2.0 non posso andare oltre questi minimi esperimenti, ma già con quel poco che ho fatto credo di aver "imparato" qualcosa dal punto di vista "teorico".
Oggi MTV lancia un nuovo progetto/prodotto che tenta di unire le varie dimensioni mediatiche che un canale di "intrattenimento" (sinonimo per "vendita") può interessare; si chiama QOOB ed è uno sviluppo di esperimenti precendenti tipo flux.tv. Certo, resterà il canale digitale, grazie al quale si raggiungerà il grande pubblico nella prima fase del lancio, ma contando sul fatto che l'audience di MTV è fatta anche in buona parte di internauti, le possibilità di multivisione multimediale saranno alte e un trappasso internettiano permanente potrebbe essere all'orizzonte.
Tutto questo "ritorno al futuro" avviene mentre in Italia si continua a considerare la TV come se fossimo ancora negli anni '80 ritenendo che lo schermo piatto ad alta definizione sia la "novità tecnologica" e si continua a non si prendere in considerazione quanto le limitazioni introdotte direttamente, o in maniera surrettizia, alla Rete abbiano o possano avere creato, da qui a qulache anno, delle possenti e indistruttibili barriere per il libero sviluppo di questa nuova dimensione della "tele-visione", una TV che viaggerà sempre più su micro-onde e satelliti piuttosto che fili o cavi.
Il WiMax e gli sviluppi tecnologici che esso "certifica" e lo User Generated Content sono il futuro LIBERTAR-DEMOCRATICO della TV, non il "digitale terrestre" o i "reality show" tipicamente di regime se non propriamente "fascisti" da panem et circensis.
Non mi sfugge che MTV è di proprietà della VIACOM, uno dei pilastri della machinery della pan-società dello spettacolo permanente, ma è indubbio che questo suo sviluppo sia un tentativo di rincorrere, magari per placcare, quanto nella rete inizia a diventare il paradigma trainante: la condivisione partecipativa della creatività il cosiddetto WEB 2.0. Una prospettiva antagonista rispetto a quanto imposto dal "libero mercato" e "riformisti" di vari colori. (continua)
1 comment:
ahahah.
w il postpopmodernismo. %-)
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