We’re on a road to nowhere Come on inside * Takin’ that ride to nowhere We’ll take that ride
10.19.2006
Ceccherini mastellonato
Nei luoghi pubblici bisogna andare col volto scoperto, perché così prevede la legge, ma non si può esprimere la propria opinione negativa relativamente all'olimpo della religione di stato, strana commistione. E' vero che questi stramaledetti "reality show" non sono reali, ma occorre sapere che il Ceccherini viene da una terra dove la bestemmia è un'interiezione quotidiana, fa parte della realtà culturale, non si tratta di un'offesa. Speriamo che nasca adesso un "grande dibattito" nazionale in proposito perché tra il no al velo e il no alla bestemmia per me c'è una connessione. Per quanto fastidiosa, e irrispettosa delle sensibilità altrui, si tratta di una libera espressione linguistica garantita dalla Costizione. O faccio del relativismo culturale?
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12 comments:
Dopo "L'isola dei fumosi" spero tu abbia visto anche la prima puntata di "Weeds", sempre su Rai Due. E' iniziato all'una, in fascia ultraprotetta.
no, non l'ho visto. di che tratta?
http://www.tvblog.it/post/3337/weeds-da-stasera-su-raidue
grassie
Secondo me c’è una forte connessione tra il no al velo e il no alla bestemmia. Entrambi violano la libertà di espressione.
La proibizione dell’uso del velo nei luoghi pubblici impedisce la libera espressione di una credenza. La proibizione non serve nemmeno per liberare le donne mussulmane, anche perché non si può pretendere di liberare qualcuno di una oppressione sottomettendolo a un'altra imposizione. Nessuno è libero se non ha la possibilità di scelta. Così come le donne non devono essere sottomesse all’imposizione dell’uso del velo, non devono essere impedite di usarlo se liberamente lo vogliano.
D’altra parte, se si accetta la legitimità della proibizione dell’uso del velo nei luoghi pubblici, con fondamento nella necessità di integrazione e di adesione ai valori di una società determinata, si dovrebbe accettare ugualmente che nelle società in cui l’uso del velo è imposto dalla cultura dominante, chi ci sta o chi ci va dovesse anche sottomersi a questo uso.
La proibizione dell’uso del velo mi pare così molto simile alla ugualmente illegittima censura alla bestemmia.
al momento in italia il velo è concesso dovunque in pubblico, purché si veda la faccia. quanto questo sia frutto di un'interpretazione liberale o del desiderio di non scoperchiare la testa delle suore cattoliche
Infatti, le mussulmane con il velo e le suore cattoliche con i suoi abiti religiose sono molto simili. Almeno soffrono lo stesso caldo in estate... Mi sono accorsa di questo quando ero a Roma in luglio e l’ho viste une ed altre alla stessa via... Ma il diritto alla libertà di espressione include anche il diritto ad indossare un velo che vedi la faccia. Perché qualcuno deve essere obbligato a mostrare la faccia nei luoghi pubblici? Perché lo Stato lo possa vigilare e controllare i suoi passi con le sue camere? Infatti, il velo che veda la faccia fa un pò di paura. Io stessa ho sentito un pò di paura quando, anche in luglio, a Milano, ho visto tre donne tutte in nero con i veli che vedavano le loro faccie. Ma, subito, mi sono accorsa che questa paura era un sintomo di pregiudizio, una accettazione della stigmatizzazione degli arabi come “pericolosi”, come “terroristi”. E subito mi sono accorsa che infatti la pratica è molto diversa dalla teoria, che non è così facile o così semplice convivere con la diversità. Per imparare a convivere con la diversità occorre un serio impegno quotidiano. Anziché vigilare e proibire il velo o tante altre cose, lo Stato dovrebbe stimulare questo impegno.
giù le mani da ceccherini.
(weeds è imprescindibile).
in effetti sotto il velo si nascondono tante altre cose, tra queste una a cui non avemo mai pensato, cioè che si tratti non di una espressione di un'appartenenza religiosa, bensì l'affermazione di un messaggio politico conservatore che vuole usare la donna non solo per sottometterla, ma anche per spaventare l'altro. concordo che il problema è legato a come siamo forzati a vedere le cose. io quando andavo a scuola alle elementari dovevo indossare un grembiule nero con un fiocco al collo che cambiava di colore a seconda degli anni. le bambine avevano il brembiule bianco, quando fu unifiato il coloro, le bambine sembravano meno bambine e più minacciose col nero... poi a 10 anni, in piena contestazione universitaria nel 1977 ci fu concesso di togliere i grembiuli e ci sentimmo tutti in effetti un po' più grandi (di lì a poco la moda sarebbe diventata un elemento imprescindibile del nostro paese...). la cosa che però credo vada tenuta presente in italia è che si consente il mantenimento del velo, obbligando lo scoprimento della faccia, solo ed esclusivamente perché le suore cattoliche cosi si abbigliano... la legge italiana è anch'essa radicata in una religione, tanto è vero che è proibito l'oltraggio alla religione una cosa che a pensarci fa ridere. non si può offendere qualcosa che in realtà non esiste, un bel paradosso, no? comunque sia bisognerà iniziare a imparare l'arabo per capirci sempre di più. nessumo è ancora riuscito a convicermi che l'iran sia una teocrazia...
diderot, tu e tanti altri, avete conosciuto ceccherini, come del resto tutti gli altri comici del circondario fiorenti, benigni compreso, nella loro parabola discendente. cosa ci sia di divertente nelle loro scenette non si sa, però convengo, meglio una "fava" come ceccherini che den harrow :D
Secondo me, l’Iran in effetti non è una teocrazia. Non ci sono teocrazie. Quando la legge o il governo si sono radicati in una religione non si rivolgono a Dio, bensì a una religione istituzionalizzata. E le religioni istituzionalizzate sono molto lontane da Dio; quasi sempre i loro dirigenti si orientano dallo scopo di conquistare ed esercitare poteri terreni. Quando impongono l’uso del velo, quando proibiscono i rapporti omosessuali, quando sostengono la criminalizzazione dell’aborto, quando impongono o proibiscono tanti altri atteggiamenti, togliendo la libertà dei credenti, le religioni istituzionalizzate non si rivolgono a Dio, ma invece esercitano una terrena dominazione. Le religioni istituzionalizzate e i loro dirigenti quasi sempre non hanno niente a che fare con Dio, così come imposizioni e proibizioni non c’entrano con un vero sentimento religioso. Per avere una vera fede occorre essere libero per scegliere.
Non è soltanto in Italia che la legge è talvolta radicata in una religione. La incredibile criminalizzazione dell'oltraggio alla religione c’è anche nel codice penale brasiliano (ma questo non sarebbe un buon esempio, perché il codice penale brasiliano è stato ispirato al codice Rocco), ma anche nel codice penale tedesco. Se non mi sbaglio, la Corte Costituzionale italiana ha dichiarato l’illegittimità costituzionale degli articoli del codice penale italiano che prevedono un trattamento diverso secondo il vilipendio sia contro la religione cattolica o contro le altri religioni e quindi le regole che criminalizzano l’oltraggio alla religione sono diventate non molto diverse dalle regole tedesche. In Brasile, qualche anno fa, c’è stato un processo incredibile: un dirigente di una religione che non accetta l’immagini dei santi (mi pare che questa religione ci sia soltanto in Brasile...) è stato condannato per oltraggio alla religione perché ha calciato un’immagine della madonna alla tv!!!!!
P.S.: Posso immaginare come eri carino con il grembiule nero e il fiocco colorato al collo... Vorrei guardare una foto...
il miglior benigni è quello di "berlinguer ti voglio bene".
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