ISRAELE-LIBANO: ONU; RICE, MANDATO MOLTO SOLIDO
(ANSA) - NEW YORK, 12 ago - Il mandato che verra' conferito
all'Unifil, la forza di interposizione Onu, con fino a 15mila
uomini che verra' dispiegata nel Libano meridionale ''sara'
molto solido''. Lo ha detto, in una intervista alla Cnn, il
Segretario di Stato Usa Condoleezza Rice.
Parlando a New York, mentre il Consiglio di Sicurezza e'
riunito a Palazzo di Vetro, la responsabile della diplomazia
americana ha sottolineato che i militari ''avranno il potere di
difendersi'' se attaccati, il che non e' il caso attualmente per
i circa duemila caschi blu lungo la frontiera tra i due paesi.
La Rice si e' detta convinta che sia Israele sia il Libano
accetteranno la risoluzione che il Consiglio di Sicurezza si
appresta a varare: ''Mi aspetto che ci sara' un si' da parte dei
due governi alla risoluzione che dovremmo approvare questa
sera'', ha spiegato il segretario di Stato Usa.
Rispondendo ad una domanda sul disarmo di Hezbollah, la
Rice ha concluso affermando che non si e' mai pensato di
affidare il compito ai caschi blu: ''Dovra' essere fatto dai
libanesi''. (ANSA).
We’re on a road to nowhere Come on inside * Takin’ that ride to nowhere We’ll take that ride
8.11.2006
Se lo dice lei...
ISRAELE-LIBANO: ONU; RICE, MANDATO MOLTO SOLIDO
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12 comments:
ho visitato oggi il museo della pace a guernica e sento necessità di fare un commento sulla questione araboisraeliana. gli orrori che succederono a guernica succedono oggi in libano. È molto difficile di capire come si può lanciare bombardamenti su popolazioni civili, su bambini, distruggere vite, causare tanti dolori, in nome di un popolo come gli israeliani, che nella loro storia hanno sofferto tante oppressioni e tanti dolori. Non vedono gli israeliani che loro stessi stanno diventando gli oppressori e che l'unico esito che potrà venire dalla loro smisurata reazione sarà la produzione di nuovi e ancora più violenti militanti per il hezbollah o per qualsiasi altra organizzazione di questo tipo? È certo che Israele è lo stato più democratico (o forse l'unico) nel medio oriente, nel senso di mantenere i principi della rappresentazione popolare, delle elezioni regolari, ma la democrazia non può vivere insieme alla distruzione di vite, ai bombardamenti che colpiscono persone come quelle che furono colpite dai bombardamenti nazisti a guernica. Non si può edificare la pace con la guerra. La pace ha bisogno della comprensione, del riconoscimento della dignità di qualsiasi persona, della persuasione attraverso il dialogo e l'ampia divulgazione e permanente pratica di tutti i principi democratici. malu
Ma lo sanno tutti che hanno imparato dai nazisti! Mentre erano chiusi nei lager, prendevano appunti. Gli ebrei sono molto studiosi!
gli stessi appelli alla pace e alla non aggressione andrebbero indirizzati anche agli hezbollah...
Sicuramente gli appelli alla pace e alla non aggressione devono essere indirizzati anche agli hezbollah come a tutte le persone, a tutte le organizzazioni ed a tutti gli stati. Ma è più facile capire (e capire non vuol dire approvare)perché la gente di hezbollah o i palestinesi o qualsiasi altra persona che ê sottoposta ad oppressioni reagisca così violentamente (e sicuramente seguirano con queste reazioni violente davanti agli smisurati attachi che hanno sofferto dall'esercito di Israele e davanti ai pregiudici di tutti quelli che le vedono soltanto come "terroristi" o "fanatici"). Scrivo queste cose perché non riesco a vedere qui al perdukistan la critica che mi pare si doveva indirizzare al governo di Israele che, secondo me, si atteggia in modo non molto diverso dei cosidetti "terroristi". La critica ai metodi del hezbollah mi pare che si dia per scontata. E sento che manca la stessa critica al governo di Israele.
mai dare per scontato niente e la critica di israele c'e' tutta soprattutto laddove all'indomani della guerra dei 6 giorni ha pensato di poter continuare a garantire la propria esistenza solo attraverso la "difesa" del proprio territorio con le armi. andava fatto un ragionamento politico con gli amici di sempre, gli americani del nord, e i parenti, gli europei.
comunque sia, come avrebbe reagito il brasile se dal paraguay gli hezbollah avessero iniziato a bombardare rio e porto alegre?
probabilmente il governo del Brasile avrebbe reagito con la stessa violenza smisurata, come reagisce contro i cosidetti "criminali"... Ma, questo non significa che i brasiliani avrebbero dovuto sostenere il suo governo... L'esempio che hai usato, che riporta al Paraguay è abbastanza opportuno. Tanti anni fa, Brasile è stato l'oppressore del Paraguay, ha fatto la guerra contro il Paraguay, ha distrutto quasi tutto quel paese, ha causato tanti morti, tanti dolori e sicuramente c'era qualche pretesto per quella aggressione, tale la "difesa del proprio territorio" o qualcosa del genero...
la differenza e' che questa volta gli attacchi non son partiti da uno stato contro un altro stato ma da un gruppo politico-militare contro dei villaggi. non credo che esistano paragoni possibili con altre situazioni. certo ci sono le convenzioni di ginevra da rispettare, ma mentre prima di bombardare l'esercito israeliano avvertiva che lo avrebbe fatto, nel tentativo di colpire le postazioni di lancio o gli arsenali del 'partito di dio', ed eventualmente far fouri (ahime') i miliziani, gli hezbollah dopo aver rapito i 2 militari hanno bombardato villaggi col chiaro scopo di uccidere civili. teniamo presenti i fatti prima di parlare di proporzioni. last but not least, sia israele che le nazioni unite stanno indagando sul bombardamento della postazione onu vedremo quel che viene fuori.
Tutte le guerre, formalmente indirizzate contro stati, contro organizzazioni, contro gruppi o contro cose (come la "guerra alle droghe"), in realtà, sono guerre contro persone (questo ho imparato proprio da un tuo discorso) e, in questo senso, mi pare che siano paragonabili. Scusami se insisto nei paragoni, ma il discorso di Israele mi pare molto simile al discorso di Bush. Israele deve fare la guerra per proteggersi dagli attacchi di hezbollah e quindi attacca le persone che vivono in libano e gli usa devono fare la guerra per proteggere l'occidente dagli attacchi terroristici e quindi attaccano le persone che vivono in Iraq. Tutti - Israele, hezbollah, usa, iracheni o qualunque stato o gruppo - hanno un discorso per giustificare o per spiegare le loro azioni violente. E possiamo capire meglio o avere più simpatie per uni o per altri. Ma mi pare che tutti causano tanti dolori e perciò sono tutti ugualmente sbagliati, anche se mi inclino a capire meglio i discorsi (oppure i pretesti) di quelli che hanno meno poteri. Malu
la differenza, perche' a me pare che la differenza ci sia in questo caso di guerra vera e propria e non di "conflitto asimmetrico" come pare vada di moda oggi categorizzare la "guerra terroristica" e' che il nemico e' strutturato in milizie che agiscono alla luce del sole, che hanno un quartier generela noto, e che sono geograficamente collocati in una zona geografica ben precisa e che, soprattutto, consci del fatto che hanno di fronte un esercito che e' chiamato a difendere (e non a offendere) secondo il diritto umanitario internazionale, hanno deciso di organizzare le proprie rampe di lancio nelle citta' facendosi scudo della popolazione civile la quale, conscia o meno funge a protezione. (francamente se qualcuno acconsente a vivere in una zona dove si costruiscono basi di lancio di missili o si nascondono arsenali, si puo' arrivare a sostenere che vi sia una certa qual vicinanza filosofica, politica o militare tra l'armato e lo "scudo umano").
quindi, per quanto siano da combattere tutte le guerre, nel senso di combattere politicamente quelle situazioni in cui si propone fin dall'inizio di una soluzione esclusivamente militare, al momento in cui iniziano a piovere i razzi su casa mia dovro' pure reagire. c'e' chi reagisce scappando chi nascondendosi chi chiamando la polizia. in questo caso la polizia non bastava perche' gli hezbollah sono un vero e proprio esercito che da oltre 20 anni si e' rafforzato tanto da diventare il padrone e gestore di un'intera regione del libano. nessuno, a partire dal governo di beirut, ha voluto affronatare politicamente questa armata "religiosa" negli ultimi 20 anni. oggi, nel denunciare quest'assenza di politica non credo si possa restare a guardare la pioggia di katiusha. io son anche convinto che i bollettini di morte dei libanesi civili siano esagerati, quasi raddoppiati, ma le nazioni uniti ci sapranno dare stime meno approssimative. certo la morte di una persona e' un dramma, ma qui abbiamo ormai raggiunto dimensioni di tragedia purtroppo.
per come ho potuto comprenderla a me pare che la risoluzione 1701 non sia adatta alla bisogna, speriamo che non tardino troppo a rafforzare il mandato di unifil perche' il rischio fallimento ' grosso
D'Alema: «Il Partito di Dio non sarà disarmato»
"Se lo dice lui..."
questo povero d'alema in effetti non ha ancora capito che certe frasi vanno terminate subito subito. intendeva dire che si disarmera' da solo, che avevi capito!
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