Oggi Daniele Capezzone ha rilasciato una dichiarazione (cosa non rara ;-) a seguito della notizia di un siglato accordo tra Russia e Ukraina sulla fornitura di gas da parte di Mosca all'ex paese della "rivoluzione arancione" (sempre che qualcuno c'avesse creduto sul serio ai cambi epocali che ci avevano raccontato in tanti). Dopo aver leggermente rimodulato la gia' annunciata fede nel carbone, e scansato l'ostacolo nucleare, Capezzone affronta gli aspetti piu' caldi della questione sostenento che "il secondo piano [dell'accordo], in assoluto il più rilevante, è quello geopolitico e geostrategico. Nessuno è così ingenuo o così sciocco da ritenere che "con Putin non si debba parlare". Al contrario: bisogna parlargli e molto, ma a testa alta. Sapendo, come ha giustamente scritto il Wall Street Journal, che il leader russo sta usando il gas (e il petrolio) "come un tempo Mosca usava i carriarmati".
Dai neo-con siamo passati direttamente al con (a propos, chissa' che ne pensa il Weekly Standard di questi tentacoli post-sovietici, mo vado a vedere) forse, prima di approdare al WSJ, si poteva passare dal via dell'Economist che nel numero in edicola questa settimana fa le pulci alle compagnie petrolifere e di gas ritenendo che il loro essere, pre la stragrande maggioranza dei casi, statali le rende terribilmente inefficienti e totalmente prone ai desiderata (leggi bizze o manie di grandezza) dei politici di turno. Inoltre, settimana scorsa sul Sole 24 si riteneva che la firma di un memorandum, perche' di questo ancora si tratta, tra Gazprom e Sonatrach fosse da intendersi come un accordo volto a non mettere in crisi le forniture russe ai cugini europei in caso di un inverno rigido (crisi forse dettata piu' dall'incapacita' di gestione che da mire espansionistiche, chissa'...). Oggi la firma tra Russia e Ukraina, c'e' presto da aspettarsi anche quella con la Georgia anche se il gasdotto Baku-T'blisi-Cheyan potrebbe renderla non necessaria, non fa altro che pubblicizzare, magnificandone la cosiddetta portata "geopolitica", quanto avviene da decenni. E allora?
Allora Capezzone sostiene che "non si tratta tanto e solo dell'accordo con l'algerina Sonatrach, ma di un'operazione ben più ambiziosa, che vede Putin al centro della costruzione di un nuovo "polo" sullo scacchiere globale, grazie agli accordi realizzati con l'Iran e -su un altro piano- con il Venezuela. Occorre quindi mettere in agenda il tema "energia e democrazia": sapendo che la sfida è quella lanciata da autocrazie, da regimi paradittatoriali o comunque non democratici, che sono oggi (e in prospettiva saranno sempre di più) quelli che tengono banco nella decisiva partita energetica." Diciamo che come "denuncia" mi pare piuttosto deboluccia, se non addirittua banale; con l'eccezione del Canada e della Norvegia, e' risaputo che il tasso democratico dei paesi produttori di fonti di energia e' piuttosto basso, quel che invece sarebbe forse stato meno banale sottolineare, sarebbe stato un accenno (non di piu' perche' la dichiarazione era gia' piuttosto lunga, ne convengo) a come, questo mondo, non si ponga problemi energetici ponendoli in relazione a questioni demografiche.
La liberta' della ricerca scientifica, tanto quella che ci puo' far individuare fonti energetiche realmente alternative ed effettive, sia che vengano dal sole o dal vento, quanto quella che puo' consentire agli invidui di tutto il mondo di vivere in un contesto caratterizzato da un alto tasso di liberta' di scelte informate, e' l'arma che l'Occidente democratico dovrebbe sfoderare contro i nemici della societa' aperta.
Infati, se paesi che si sono sviluppati negli ultimi 40-50 anni e che sono formalmente "molto religiosi" come l'Italia, la Grecia, la Spagna e il Portogallo, sono oggi in fondo alla classifica delle nascite c'e' la speranza che lo sviluppo economico e il consolidamento di istituzioni democratiche possa far sortire lo stesso effetto in Asia e Africa. Ma se non la si promuove, questa liberta' di ricerca scientifica, come priorita' delle priorita', tanto per interessi nazionali quanto universali, non solo in pochi anni il mondo avra' aumentato la propria popolazione di oltre il 30% magari in un contesto di picco petrolifero, ma resteremo sempre inchiodati a lessico e risposte politiche da "guerra fredda", con la differenza che oggi la Russia non ha (forse) piu' i carrarmati mentre noi si', ma a Mosca hanno le pompe di benzina.
(continua, eccome se continua...)
9 comments:
caro perdukista, mandargli un sms? chiamarlo alle tre di notte?
%-)
chi?
er capezza? bhe' ma alle 3 di notte sara', si e no, a meta' della sua giornata lavorativa, lo dice anche il corriere :D. come stanno le mucche? qando torni?
The ultimate revolution, la rivoluzione delle rivoluzioni si avra' solo il giorno in cui tutti produrranno l'energia che consumano (e non voglio dire tutti gli stati produrranno l'energia che consumano. Voglio dire tutte le persone). Prova a immaginare che mondo sarebbe. Altro che emancipazione del proletariato etc.
Concordo con il Perduca. Investiamo sulla ricerca e che sia libera. Cosi' com'e' ci sono troppi che pensano che ci sono molte buone ide che finiscono affossate perche' minacciano troppi poteri forti. Non ci credo molto, ma a volte anch'io dubito.
Consiglio la visione di:
http://www.sonyclassics.com/whokilledtheelectriccar/
bisognerebbe sempre andare in giro con una dinamo in "tasca" pronta a caricarsi col giramento di scatole e le vibrazioni che emaniamo :). certo se intanto si iniziasse a collettivizzare il consumo individuale, coi mezzi di trasporto pubblici, attenzione agli sprechi, ma soprattutto con l'organizzazione di una domanda a consorzi (voglio vedere come fa la russia a decidere di sabotare la vendita a tutta l'unione europea) forse un passo avanti lo si farebbe sul serio...
leggevo che in india stanno avviando la produzione di auto elettriche che, non solo hanno un motore ricaricabile, ma che, essendo pensate per un traffico intenso, sono progettate per ottimizzare le continue frenate facendo risparmiare energia nel continuo stop-and-go, di queste "piccole trovate" in effetti e' fatta the ultimate revolution. nel frattempo io vado in bicicletta, la piu' longeva invenzione tra quelle che fanno risparmiare energia.
le mucche stanno benone, ogni tanto si prendono qualche sberla dai ciclisti ma nulla piu'.
torno fra una settimana. adesso sono a jodhpur, non lontano dalla torre dell'orologio, in attesa che spiova l'armagheddon. next stop, mont abu, a fare un po' di trekking e di raja yogha. tu niuiorchese?
ottimo e abbondante mi raccomando dacci sotto con lo yoga. io ormai non saro' piu' gnuiorchese per un bel po... la vita e' cagnara, sbagliando s'impara
life is a game. la vita e' un casino'.
fortunati al gioco, sfortunati in amore, no?
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