l'Iran ha un piano, e noi?

In molti ci, e si, domandano se gli "occidentali" abbiano un piano da contrapporre alla risolutezza con cui Teheran intende dotarsi del nucleare e auspicano compattezza e fermezza nella risposta ad Ahmadinejad. Parlando "d'altro" sabato scorso De Giovanni sul Riformista ci ricordava che l'Occidente - antitotalitario per definizione - si fonda su uguaglianza e libertà e che la prima è possibile solo se la seconda si può affermare e vivere appieno. Ora, se è vero che per essere credibili fari della democrazia sarebbe opportuno praticare in casa propria cosa si pretende dagli altri, allo stesso tempo, specialmente nel caso di Teheran, occorrerebbe dirigere gli sforzi della muscled diplomacy verso altri lidi totalitari e parlare alle suocere Cinesi e Russe perché la nuora iraniana intenda. L'Italia, che a oggi volente o nolente, e secondo alcuni dolente, è rimasta fuori dai giochi, parrebbe, in virtù degli ottimi rapporti che gode coi "buoni" e "cattivi" coinvolti, il candidato ideale alla bisogna; la domanda a questo punto sorge spontanea: ce la farà Prodi a cogliere l'attimo?

Ah! ça Iran, ça Iran, ça Iran!
Le peuple en ce jour sans cesse repète
Ah! ça Iran, ça Iran, ça Iran!
Malgré les mullas, tout réussira

Ah! ça Iran, ça Iran, ça Iran!
Les realistes à la lanterns
Ah! ça Iran, ça Iran, ça Iran!
Les pacifistes on les pendra