Giovedi 16 febbraio Luca Coscioni ha fatto la sua ultima apparizione pubblica, in voce. Questo è il suo messaggio alla sessione d'apertura della prima riunione del Congresso Mondiale per la libertà della Ricerca Scientifica.
"Questo primo incontro del Congresso Mondiale per la libertà di ricerca scientifica, si colloca in un momento particolarmente difficile della mia esistenza.
Non che non ce ne siano stati altri, in passato di meno crudeli.
Ma la coscienza del tempo della vita, della sua libertà, della dignità umana e del limite oltre il quale non andare, producono pensieri e sentimenti inaccettabili ed inaccessibili.
La sclerosi laterale amiotrofica non limita le facoltà dell'intelletto, rende lucida la coscienza di sentire la disperazione e la paura del tempo della vita.
Tempo che si restringe violentemente e che mi costringe a porre l'urgenza, del prezzo che milioni di persone in tutto il mondo stanno pagando e dovranno pagare, per una cultura di potere, di classe, e non solo politica, impregnata di dogmi e pregiudizi antiscientifici, che tagliano fuori il sapere scientifico, che tagliano fuori le libertà personali di disporre della conoscenza.
La partita in gioco è troppo alta per lasciar passare del tempo, altro tempo.
Il tempo nel quale ciascuno di noi, e mi rivolgo in particolar modo a quella parte di comunità scientifica presente a questo appuntamento, che come strumento di scienza, può divenire lo strumento di azione e di diritto a livello nazionale ed internazionale, a servizio del valore e dei contenuti della vita democratica.
Si perché è proprio la democrazia, ad essere messa in discussione, quando l'acquisizione del sapere, risorsa inesauribile per la sopravvivenza dell'umanità, come luogo di discussione e di libertà su temi che riguardano direttamente la vita, la morte, la salute, la qualità della vita degli individui, é negata ad essa.
Le scelte politiche che non si avvedono di questo rischio, riducono il significato stesso della politica e questa ultima diviene semplicemente e tragicamente partitocrazia.
Per me, per l'Associazione che porta il mio nome, invece, la politica, nel bene o nel male, è vita o morte, civiltà o violenza.
Alla violenza di questo cinico proibizionismo sulla ricerca scientifica, sui diritti fondamentali dei cittadini, ho risposto con il mio corpo che molti, forse, avrebbero voluto ridurre ad una prigionia senza speranza, e rispondo oggi, con la mia sete d'aria, perché è il respiro a mancarmi, che è la mia sete di verità, la mia sete di libertà.
Buon Congresso, ho concluso."
3 comments:
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Fra cinquecento anni gli chiederanno scusa. Meglio tardi che mai. O no?
no, meglio onorare luca portando avanti la sua battaglia. tra 500 forse saremo punto e a capo, ma noi non ci saremo e lasciare in eridita' questo mondo non e' da radicali.
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