Al congresso di Riccione di Radicali italiani son stato eletto al suo comitato nazionale; non avrei voluto (per vari motivi e magari un giorno se ne parla) ma alla fine c'ho ripensato e ho aiutato Sergio D'Elia a presentare una lista denominata "Amnistia". Oggi si e' conclusa la prima riunione del comitato di RI e, sebbene fosse - e resta - urgente affrontare questioni legate al proibizionismo sulle droghe in Italia tanto quanto nel mondo, la parte della mozione adottata relativa all'antiproibizionismo, che peraltro era stato individuato come una delle priorita' di RI al suo congresso dell'anno scorso, m'e' parsa un po' all'acqua di rose (ma non nel pugno). Se fossi stato a Roma avrei proposto questa mozione particolare sull'antiproibizionismo:
il comitato di Radicali italiani
Denuncia le continue evoluzioni proibizioniste della guerra alla droga, una guerra che, dopo aver mietuto milioni di vittime in tutto il mondo criminalizzando le scelte e comportamenti individuali tanto quanto decine di piante, culture e religioni millenarie a seguito della ratifica delle Convenzione ONU in materia di sostanze stupefacenti, oggi si maschera di paternalismi punizionisti per promuovere una visione morale ed etica reazionaria che trova nell'oscurantismo sorgente di rinnovata vita.
Questo nuovo modello di civilita' della sicurezza compassionevole si basa su stili di vita che corredano la penalizzazione di atti che non arrecano danno ad altri - arrivando a codificare e sanzionare duramente il reato contro se' stessi - con programmi di astinenza o misure di "recupero" fondate sul lavoro forzato, i valori, siano essi familiari o religiosi, nonche' la preghiera, proponendo come unica risposta possibile alle "droghe" la delega allo Stato della tutela della salute pubblica e l'indirizzo delle scelte individuali. Negli ultimi anni in tutto il mondo si e' assistito, anche grazie al massiccio impiego delle nuove tecnologie, alla progressiva compressione della liberta' di scelta dell'individuo condannandolo a poter agire solo su permesso dello Stato oppure se sottoposto alla tutela di entita' morali e religiose riconosciute (e finanziate) pubblicamente.
Pur sostenendo le politiche della cosiddetta riduzione del danno dovuta all'uso problematico degli stupefacenti illeciti, nonche' tutte le politiche di prammatica tolleranza nei confronti del consumo personale delle cosiddette "droghe leggere", ritiene che esse non possono piu' consentire una risposta efficace al fenomeno in causa. Infatti, sia che si tratti dei paesi di "consumo" che di quelli di "produzione", negli ultimi 40 anni si e' assistito a un costante aumento della presenza di sostanze psicotropre nonche' alla raffinazione chimica di decine di nuovi prodotti sempre piu' potenti, aumento che ha portato con se' il rafforzamento delle mafie di tutto il mondo incrementato la corruzione e promosso la diffusione esponenziale di malattie ematiche in paesi poveri.
Riconosce nella vittoria di Evo Morales in Bolivia - unico Capo di Stato al mondo insieme a George Bush democraticamente eletto con oltre il 50% del consenso popolare - una storica occasione perche' si possa avviare un dibattito multilaterale in seno alle Nazioni unite circa la revisione della struttura dell'arsenale legale proibizionista e si appella agli Stati membri dell'Unione europea affinche' agiscano prontamente per far proprie le proposte di de-classificazione della foglia di coca scongiurando la nascita di pericolosi assi neo-populisti a forte rischio di deriva anti-democratica e illiberali che potrebbero portare nella regione andino-amazonica quanto sembra fortificarsi nei Caraibi.
Nell'ambito del rilancio delle iniziative a livello nazionale volte a contrastare l'adozione dello stralcio Giovanardi del Disegno di legge Fini, il Comitato nazionale di Radicali italiani impegna i propri organi a:
- a rilanciare con decisione, a partire dal Parlamento italiano, l'appello internazionale lanciato dal Partito Radicale Transnazionale e dalla Lega Internazionale Antiproibizionista per la riforma delle tre Convenzioni delle Nazioni unite in materia di droga fatto proprio da 250 legislatori e sottoscritto online da oltre 14mila persone di 135 paesi;
- a contribuire al processo di rilancio del Partito Radicale Transnazionale arricchendolo di iniziative militanti nonviolente internazionali di disobbedienze civili antiproibizioniste;
- attivarsi affinche' i propri iscritti ed eletti al Parlamento europeo:
a) favoriscano un pronunciamento formale del PE in favore di una moratoria negli stati dell'Unione e in quelli che hanno avviato il processo di adesione, della penalizzazione dell'uso personale delle sostanze oggi proibite;
b) consentano che il PE faccia propria la parte relativa alla produzione legale di oppio per fini medico-scientifici contenuta nel Rapporto presentato da Emma Bonino alle istituzioni europee a seguito della sua missione di monitoraggio delle elezioni parlamentari dell'estate scorsa;
c) guadagnino la conferma del sostegno del PE, nonche' l'impegno della Commissione europea alla promozione dell'industrializzazione delle piante contenute nella tabella 1 della Convenzione unica del 1961 per prodotti non tossici a partire dalla foglia di coca come richiesto da milioni di contadini andini;
d) favoriscano l'adozione di una risoluzione alla vigilia della Commissione sugli stupefacenti delle Nazioni unite che si terra' a Vienna nel marzo prossimo.
24 comments:
Scusi la franchezza, signor Marco Perduca, ma forse ha sbagliato luogo su cui chiedere le firme: noi siamo di centrodestra, della CdL. I suoi Compagni di coalizione si chiamano, tra gli altri, Marco Rizzo, Oliviero Diliberto, Gavino Angius, Giulietto Chiesa...
i miei alleati, per il momento si chiamano pannella, bonini, boselli e villetti. comunque non ho chiesto firme a nessuno e, spero, che qualcosa che si chiami casa della liberta' lasci ancora la possibilita' di esprimere le proprie opinioni in casa e fuori. buon anno
"chiedere le firme" nel senso di "chiedere appoggio". per quanto riguarda gli alleati, ho scritto testualmente: "tra gli altri (ribadisco, tra gli altri), Marco Rizzo, Oliviero Diliberto, Gavino Angius, Giulietto Chiesa..." O forse ti vergogni dei tuoi stessi Compagni di coalizione? In questo caso avresti tutta la mia comprensione :-)
non mi vergogno di niente di quel che ho scelto, e quei compagni di coalizione non me li sono scelti, visto e considerato che con questo tipo di legge elettorale si "va da soli". vedremo, se e quando la coalizione di centro sinistra si accorgera' della rosa nel pugno, chi riuscira' a far politica e come e su cosa. nel frattempo continuero' a chiedere appoggio a tutti coloro che hanno a cuore la liberta' vedo che tu invece, a meno che non sia un politico a oltranza, con la liberta' te la dici poco ;)
per la mozione valgono le considerazioni di bandinelli fatte per la e-mozione di capezzone al comitato di ieri
che ha detto bandinelli? purtroppo me lo son perso. da notare che comunque la mia e' restata virtuale
eh sì, urgerebbe. il fallimento del proibizionismo è sotto gli occhi di tutti e sulla pelle di troppi.
avy per me il proibizionismo non ha fallito perche' il suo scopo non era quello di controllare le droghe bensi la gente. in quest'ottica mi pare che abbia invece fatto un discreto successo, non trovi?
oh beh, se la metti così... mi sembra lo stesso un discreto flop, lo stesso lapo l'avrebbe fatta scampata a dagospia se non ne avesse abusato, o la povera kate moss senza fotocamere nascoste (tra l'altro ho letto adesso che il suo ex, peter doherty, mio vecchio amico smarrito e affascinato dalle potenzialità latenti della mente - già a 18 anni parlava di supposte di oppio - è stato incriminato per cocaina ed eroina).
però, fuor di pur possibili dietrologie, ho sempre pensato che con la convenzione di vienna si pensasse davvero di riuscire a liberare il mondo e l'umanità delle male erbe, mentre i risultati che citi anche te dimostrano una situazione opposta. e quando parlo di pelle "di troppi" penso anche alla vecchietta scippata per la dose, al prete messicano ucciso dai narcos, al giovane suicida in carcere per le canne delle vacanze e ai bambini corriere diventati dipendenti.
la convenzione di vienna segue, tra le altre, la convenzione dell'aia del 1912 dove esplicitamente si diceva che il documento era stato adottato per liberare il mondo dall'oppio. ora, capisco che in tempo di guerre mondiali altre fossero le priorita', ma mi pare difficile trovare proprio nella lotta alla pericolosa droga il punto in comune di un mondo che nel 1961 era in piena escalation della guerra fredda... o no?
non saprei. potrei essere un ingenuo ma io la storia degli usa spaventati e indignati dalle conseguenze degli oppiacei usati come antilodorifici in guerra, che avevano reso robbosi e dipendeti i soldati feriti, me la sono bevuta perché mi sembra plausibile.
poi, come sappiamo, c'è esperimento, uso, abuso, dipendenza, ma non tutti riescono a tenersi a freno, magari complice "una settimana no". è come con i bambini, che per evitare che si brucino i genitori tengono gli accendini fuori dalla loro portata... ma mi accorgo che così porto acqua al tuo mulino, quindi torno al discorso di prima: se anche lo scopo dei proibizionisti fosse quello di tenere la gente sotto controllo, devono accontentarsi dei pochi - in proporzione - sfigati che si fanno beccare, mentre con la legalizzazione le "forze dell'ordine" potrebbero controllare meglio le strade ed evitare più scippi, le autostrade e ridurre più incidenti, i vicoli ed evitare più stupri... le banche e le imprese ed evitare più scandali farabuttosi.
o dici che sottovaluto le esigenze e le conseguenze della guerra fredda? è possibile, sono arrivato tardi. %-)
Invece di perdere tempo per giungere alla liberalizzazione o alla legalizzazione delle droghe, spendetelo per "liberare" l'uomo dalle droghe.
Un mondo di persone drogate è un mondo libero?
La dissuasione all'uso delle droghe passa innanzitutto dall'esempio, dalla cultura, dal senso comune, dal costume, e quindi dalle leggi.
Una legge permissiva cozzerebbe contro qualsiasi politica di dissuasione!
gentile max74 neocon, "un mondo di persone drogate è un mondo libero?" è una bella domanda.
che il mondo sia prigioniero degli alcolizzati?
io credo che la dissuasione dall'uso delle droghe debba passi innanzitutto dall'esempio, dalla cultura, dal senso comune, dal costume, e soprattutto dall'informazione onesta e quindi dalla consapevolezza, e che le leggi proibizioniste siano le principali responsabili dei profitti immensi che offre questo mercato (nero), che fa sì (altresì) che il gioco dello spaccio valga il rischio e che (ehsìsì) un consumatore affezionato induca altri a farne uso per non pagare più la sua parte.
nel 1961 che io sappia la droga non entrava nelle scuole, oggi le canne le trovi anche fuori dalle medie.
"fuori dalle medie" e anche all'interno di alcuni bagni, di scuole pubbliche e private.
rispondo sia a avy che al teocon. la guerra fredda c'e' sempre stata venduta come uno scontro di 2 mondi radicalmente diversi, uno "libero" e "individualista" l'altro "totalitario" e "collettivista". ora il semplice fatto che chi governava agli antipodi ritenesse di doversi sedere intorno a un tavolo per controllare un fenomeno crescente mi puzza di inciucio e di solito, quando si inciucia, i beneficiari ultimi dello stesso sono in contraenti e non il pubblico.
il punto centrale (e mi meraviglia che dei liberali non se ne rendano conto), e qui vengo al teocon, e' che lo stato non si dovrebbe porre il problema di controllare le scelte dei propri cittadini ne' tantomento la produzione di questo o quello (utile o dannoso che sia) bensi' dovrebbe adottare misure minime, chiare e migliorabili sulla base dei costi benefici che queste col passare del tempo riescono a produrre per poter regolamentare le interazioni individuali. la cosiddetta dissuasione nei confronti dell'assunzione di alcunche' e' una gravissima ingerenza nella scelte individuali (che nella visione liberale dovrebbero poter avvenire a seguito della libera acquisizione di informazioni, il famoso "conoscere per deliberare" einaudiano per intenderci) che, in quanto violazione di una liberta', non puo' che essere foriera di ulteriori violazioni o forti limitazioni della capacita' di un idividio di scegliere come meglio vivere la propria vita. il mondo deve essere libero di scegliere anche perche' l'esperienza ci insegna che se debitamente informato e garantito nella non punibilita' delle proprie scelte l'individuio sceglie per il proprio meglio e non per annientarsi...
L'uomo non è solamente un individuo (astratto e isolato) ma è persona, essere individuale religioso, sociale-politico ed economico (Aristotele docet, seppure il concetto di persona venne più esplicitamente e ampiamente sviluppato più tardi).
Questo per dire che le azioni individuali producono conseguenze che non si limitano o si esauriscono nella sfera individuale. Esistono le libertà concrete e non la libertà assoluta.
Non ti auguro, ma sarebbe interessante vedere come un antiprobizionista si comporterebbe realmente di fronte ad un figlio (maggiorenne)che gli muore tra le braccia per droga, o se preferisci si chiudesse nella sua stanza per farsi le canne, per poi uscire e gironzolare per casa tutto "rincoglinito". Ma di antiproibizionisti o radicali con figli non ne conosco, quindi l' "esperimento" rimarrà senza risposta!
sintetizzando banalmente bandinelli direi che più che una mozione è una enciclopedia.........comunque ascoltati bandinelli è l'unico ad essere intervenuto nel "dibattito" sulla e-mozione
caro perdukistan, grazie del dibottito, penso di aver capito cosa intendevi dire.
grazie marco, ho ascoltato bandinelli e concordo con quanto dici, tanto e' vero che la mia e' rimasta una mozione virtuale perche' RI dovrebbe interessarsi d'altro piu' che ringraziare questo e quello per quel che stanno "facendo per noi".
caro teocon, per quanto ne conosca diversi, e alcuni hanno figli, gli antiproibizionisti raramente hanno prole con problemi di "droga"... certo si tratta di generalizzazioni ascientifiche e pure vaghe, ma tant'e'. forse perche' al permissivismo (erano anni che non sentivo usare certi termini ...) sostituiscono il dialogo aperto? forse perche' vivono vite diverse? chissa', ma sopratutto chi se ne frega. l'antiproibiziosmo e' una misura di governo quindi ha a che fare con le leggi non coi rapporti tra genitori e figli ne', tantomento, con la promozione delle sostanze stupefacenti. qui sta la politicita' della proposta: legalizzare per regolamentere cio' che si e' voluto proibire per controllare...
Essere proibizionisti non vuol dire proibizionisti del dialogo, ma dell'uso delle droghe. Ben venga l'informazione e la conoscenza.
"Legalizzare per regolamentere cio' che si e' voluto proibire per controllare": suona bene lo ammetto, ma è uno slogan, va bene in campagna elettorale.
Ma come genitore come ti comporteresti di fronte ad un figlio che malauguratamente si "facesse"?
secondo me un mio figlio riuscirebbe a farsi senza diventare un tossicomane anche a seguito del nostro dialogo. prometto che faro' di tutto per figliare dopo che ho cambiato la legge ;)
Così si crede all'inizio di poter controllare e dominare il fenomeno, quando la realtà ci mostra l'esatto opposto.
"Ma noi siamo diversi, siamo forti e non perdiamo mai il controllo della nostra volontà", l'illusione che trascina nella dipendenza!
Preoccupati di questo, e pensa alla sofferenza e alla tragedia che stanno vivendo quelle famiglie toccate da questa piaga!
Legalizzare???????????
max74
pensare alla sofferenza delle famiglie mi aiuta poco nel tentare di governare un fenomeno dramamtico come puo' essere quello della tossicodipendenza. come dici giustamente tu oggi il tutto e' fuori controllo, allora che si fa? si continua cosi' per altri 40 anni? oppure si prova a inverire la rotta di 360 gradi (magari gradualmente)? dimmi tu max74 come l'affronteresti
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