12.19.2005

Morales della favola in Bolivia

Il Capo del MAS (Movimento al Socialismo) Evo Morale è stato proclamato oggi primo presidente indio della Bolivia su una piattaforma ambiziosa di riforme strutturali complesse che includono anche la legalizzazione della produzione della foglia di coca. Da un paio di anni sono in contatto col MAS e i suoi leader per promuovere riforme di buongoverno economico ed ecologico in materia di piante proibite. Infatti, grazie in particolare al lavoro portato avanti col Deputato Dionicio Núñez, Marco Pannella ha fatto proprie le richieste dei leader cocaleros boliviani per rendere legale l’industrializzazione della foglia di coca, richieste che grazia al Partito Radicale da anni presento all’ONU di Ginevra e Vienna denunciando il proibizionismo come, tra le altre cose, una violazione del diritto allo sviluppo di intere zone del mondo.

La vittoria di Morales non è però che la prima tappa di un lungo e tortuoso processo di formazione di un governo che dovrà essere seguito da vicino e sostenuto affinché il programma del Presidente Morales possa essere tradotto in riforme di progresso e libertà in una rivoluzione verde nonviolenta. Affinché questo possa iniziare, occorrerà che tutti gli amici dei campesinos e cocaleros agiscano sui propri governi al fine di complementare le decisioni boliviane volte alla produzione legale della coca, dei suoi derivati non narcotici, nonché la loro esportazione, con l’avvio di una seria e scientifica valutazione delle politiche globali di “controllo delle droghe” per passare con deisione a una radicale revisione delle tre convenzioni ONU sugli stupefacenti.

26 comments:

Anonymous said...

caro perdukistan, speriamo.

per i produttori americolatini, per i consumatori occidipendenti e per un sacco di buoni motivi.

perdukistan said...

si speriamo

Jinzo said...

Marco ho scritto da me i motivi per cui non ritengo una buona idea legalizzare la cocaina senza leggi precise che la regolino in modo ferreo.

Jinzo said...

P.S.:
linkami tosto anche tu come ho fatto io...
:-D

perdukistan said...

lo farò domani ora il panettun incombe

Anonymous said...

Infatti, la vittoria di Evo e’ uno dei piu’ importanti eventi di tutta la storia di America Latina. Una vittoria con la piena osservanza delle regole democratiche che porta al potere un indio, un leader dei campesinos. Mi pare una cosa molto bella. Speriamo che Evo riesca a fare un buon governo con la costruzione di migliori condizioni di vita per il popolo di Bolivia e con lo sviluppo della produzione legale della coca. Per quanto riguarda alle “droghe”, ho soltanto una preoccupazione. Qualche volta egli si riferisce ai produttori e ai distributori della cocaina come si fossero i “cattivi” affinche’ i produttori e i distributori della foglia di coca possano fare il ruolo dei “buoni”. Speriamo che egli riesca anche a allontanarsi da questo manicheismo.

Anonymous said...

Come si fa ad essere felici per la vittoria di Morales?
Alcuni amici radicali stanno veramente perdendo la brocca!

Domenico
www.ilmegafono.net

perdukistan said...

domenico non si tratta di essere felici, ma di celebrare la democrazia. malu te lo dice molto chiaramente. si è trattato di un'elezione trasparente, travagliata, che è il frutto di una mobilitazione popolare che ha portato per la prima volta il rappresentante di una maggioranza silenziata alla presidenza di un paese tenuto povero dall'abuso dei domini politico-economici di non boliviani. in una prospettiva liberale questo cose dovrebbero far paura, anche perché "radicalizzano" le reazioni degli oppressi. morales non è un liberale e non tutta la sua piattaforma prevede misure da XXImo secolo, non per questo però va incasellato tra i chavez o i castro perché non è un militare non ha mai tentato di impadronirsi del potere con la forza ed è stato eletto con un paio di proposte, prima di tute, almeno per me, la legalizzazione della produzione della foglia di coca, che potrebbero avere portata rivoluzionaria regionale, se non addirittura mondiale sia perché si capirebbe che la foglia di coca può essere utilizzata per produrre tante cose buone sia perché, magari, si avvierebbe anche la de-demonizzazione della cocaina...

Heraclitus said...

Voi state viaggiando alti alti fra le nuvole delle vostre fantasie. Mai letti abomini simili! Sembrate quella pseudo-giornalista che parla di economia in questi termini: "...Di distributori di benzina costretti a chiudere avendo Lui (lo Stato) deciso di aprire distributori statali e quindi abbattendo il libero mercato (non dovendo corrispondere a se stesso accise di sorta)."

L'economia va studiata, non letta sugli opuscoli dei centri sociali.

Heraclitus said...

Questa poi!!! SOlo perché uno non è un "militare" non vuol dire che sia un governante competente. Ed esprimendo un'idea su di lui credo sia un incompetente. Ma sono opinioni personali, ciò che mi fa girare è che ancora si consideri veniale l'incompetenza, l'essere, se va male comunista, se va bene mercantilista e portare sul viale Argentino una economia poverella come quella Boliviana. Mi sa tanto che a voi vi hanno preso tutti con la carotina delle piantine di coca, ve lo dice un agronomo tropicale. Carotina per boccaloni.

perdukistan said...

grazie legba per aver trovato il tempo per partecipare qui. ho paura di non aver colto il nocciolo del tuo argomentare però. nessuno s'è sperticato nel lodare la competenza di morales bensì abbiamo espresso il dubbio che morales non sia un chavez qualsiasi, che abbia vinto sull'onda di un ampio movimento di protesta e che per portare avanti la propria piattaforma di nazionalizzazioni a go-go in maniera liberale (ebben si, è possibile anche questo) occorre che lo si aiuti. la foglia di coca è una questione che va ben oltre la mera coltivazione della pianta e la bolivia, che fu raggirata 50 anni fa può oggi non solo affermare la possiblità di costruire parte della propria economia su una pianta, ma anche avviare un difficile percorso di denuncia della proibizione ideologica e dogmatica di piante che son mediche e sacre. non mi pare poco.
ultimo, ma non per questo meno importante, come mai tacciono tutti coloro che fino a ieri si sperticavano in lodi per le rivoluzioni rosa, arancioni, dei cedri e tulipani?

Jinzo said...

Ecco la risposta che ho scritto anche da me (www.italianlibertarians.splinder.com):
E' innegabile che se la droga leggera diventa legale, allora il limite dell'illecito si sposta di un gradino in alto: in poche parole la gente comincia a riversarsi in massa sulla cocaina.
Non parlo per luoghi comuni, ma osservando semplicemente la situazione olandese.
Se dunque la gente assume cocaina, ecstasi, o altre droghe pesanti, il rischio di overdose o di crisi farmacologiche associate comincia ad essere elevato e quindi il numero delle persone che si fanno del male aumenta.
Così crescono le spese che la collettività deve sostenere per salvare i tossicodipendenti in crisi.
Tu mi potrai dire, "legalizziamo pure la cocaina" ed io ti rispondo: a quel punto devi aumentare il numero dei poliziotti che vanno a proteggere le persone che non c'entrano nulla dai raptus di violenza che caratterizzano i consumatori di coca, con grande incremento delle spese.

Se invece associassimo all'antipro il sistema sanitario privato, ci sarebbe una enorme responsabilizzazione dei tossicodipendenti, che non si vedrebbero più coperti da alcuna tutela sanitaria, trovandosi costretti a ridurre il consumo di droga, oppure a suicidarsi (sarò cinico, ma sono certo che chi sostiene che l'antipro aiuti i tossici non dice la verità: infatti, l'antipro aiuta "gli altri").

Risultato: abbiamo risparmiato i soldi delle repressioni poliziesche, abbiamo guadagnato dalla vendita pubblica di droga enormi quantità di denaro, abbiamo arginato le rapine da parte dei tossici, abbiamo evitato di spendere soldi per salvare i tossici a spese dell'artigiano, del calzolaio, del muratore, insomma di tutti i contribuenti.

Resta il problema della legalizzazione della cocaina.
Io non sono d'accordo ad esempio.
Lo sarei solo nel caso in cui ci fosse una legge correlata che consenta l'uso di cocaina sola nella propria abitazione.

Ciao Marco!

Heraclitus said...

Fate un discorso assolutamente filosofico sulla coltivazione della coca. Ma non toccate mai l'argomento in modo scientifico o economico.
Ciò che hai detto è una fenomenale contraddizione in termini: "...che per portare avanti la propria piattaforma di nazionalizzazioni a go-go in maniera liberale".
O liberalizzi o nazionalizzi, le due cose sono antitetiche. Se la spari giu a quel modo significa che non hai mai analizzato la questione. Senza usare la parola "comunista", parlando in termini macroeconomici possiamo dire che la differenza è la stessa che passa tra capitalismo e mercantilismo. Leggetevi questo interessante riassuntino di Cordón sull'argomento.

Anonymous said...

Bon, se voglio essere cinica fino in fondo, mi dico che per me va benissimo, sono affari interni di un paese che ha eletto democraticamente il suo capo, buono e cattivo che sia.
Vuole legalizzare gas, petrolio e coca? Benissimo se sono capaci, che facciano. Quello che invece può preoccuparmi é che ci siano persone che trasformino e commercino illegalmente la cocaina nei nostri paesi a bassissimo prezzo.
Non credo più nella liberalizzazione delle droghe, non più da quando ho conosciuto tutte le conseguenze nefaste che hanno sul cervello di individui predisposti.
Se dovesse succedere e altri paesi produttori seguissero il suo esempio, dovremmo preoccuparci.
Io non banalizzo l'uso delle droghe e penso che dovremmo combatterne con ogni mezzo la diffusione.
A meno di volere una generazione di zombies bolliti e inetti nelle nostre strade.

perdukistan said...

legba, diciamo che in bolivia, a oggi, si era assistito solo a privatizzazione nei confronti dei più forti spesso siglate con veri e propri contratti capestro. bene fai ad appellari ad argomentazioni scientifiche ed economiche anche quando si parla in politica (spero che questo tuo metodo valga a 360°), purtroppo, grazie al proibizionismo l'unico studio chimico farmacologico disponibile sulla foglia di coca risale al 1972 e lo produsse harvard. un altro documento più ampio prodotto nientepopodimenoché dall'organizzazione mondiale della sanità fu distrutto per ordine della delegazione USA all'OMS... quindi, per poter studiare attentamente con tanto di controllo pubblico e trasparente, occorre far rientrare nella legge la produzione di qualsiasi cosa (anche se la si ritiene dannosa) per poterlo meglio controllare. devo scappare dopo mi leggo l'articolo e rispondo agli altri, tanto lontana è veramente lontana. ciao

perdukistan said...

jinzo, purtroppo tu ragioni su dati fallaci. in olanda, dove il consumo di marmellate di hashish è tollerato non vi è stato uno spostamento verso le droghe cosiddette "pesanti", anzi si è addirittura notata una diminuizione del consumo di quelle cosiddette "leggere", ergo, riformare radicalmente le leggi in materia di sostanze proibite favorisce la gestione del fenomeno con immaginabili ripercussioni non solo nel rapporto legge-cittadino, ma anche in quello casse-servizi pubblici con notevoli risparmi. anche qui i dati confortano la teoria, infatti nella città di vancouver, da quando si è deciso di destinare buona parte della spesa pubblica cittadina verso le misure di riduzione del danno da assunzione di stupefacenti si è notato che con la metà dei soldi investiti per il rispetto dell'ordine pubblico si è riusciti ad aiutare il doppio delle persone (in termini sanitaria, ma anche di sicurezza nei quartieri a rischio). quindi legalizzare tutto, dalle piante ai loro derivati, ma soprattutto la possibilità di scegliere dei cittadini e informarli debitamente affinché questo possa avvenire, e regolamentare le interazioni. per riassumere con uno slogan occorre passare dal controllo attraverso la proibizione alla regolamentazione attraverso la legalizzazione.

perdukistan said...

lontana visto che non vuoi banalizzare inizia a prendere in considerazione le radici del problema. anche qualora fosse dimostrato che le sostanze stupefacenti facesso male a tutti nello stesso modo, tu pensi veramente che mettere fuori legge possa aituare chi comunque decide di iniziare a usarle? non si tratta di liberalizzare le droghe per il semplice fatto che son già libere. dal luogo più "innocente" (la scuola) a quello più "controllato" (le carceri) le droghe le trovi dappertutto e a prezzi (e qualità) sempre più bassi. ora, proprio perché vi possono essere usi problematici delle sostanze più tossiche occorrerebbe riconoscere che queste esistono e che esistono anche persone che, in coscienza e libertà (o in incoscienza e succubi di tante cose) decidono di assumerle comunque. riconoscere questo vuol dire adottare misure per governare le scelte e la presenza delle sostanze tossiche consentendo a chi le usa di convicerci se non ha problemi oppure di potersi rivolgere a chi lo può aiutare qualora dovesse complicarsi l'assunzione. meglio un medico che un secondino per affrontare un problema di "dipendenza", no?

Jinzo said...

Non hai risposto comunque al discorso sugli effetti delle droghe pesanti.
Se io assumo cocaina ed ammazzo gli altri perchè divento violento, tu legislatore cosa fai?
Hai due soluzioni:
1) Bandisci la cocaina
2) Legalizzi e quindi impieghi un enorme numero di poliziotti per evitare che il cocainomane incavolato non ammazzi di botte gli altri per i motivi più futili.

Jinzo said...

*per evitare che il cocainomane... ...ammazzi...

Il "non" non c'entra.

perdukistan said...

jinzo, io non nego che assumere sostanze tossiche possa provocare delle reazioni anche violente, ma quanta gente commette crimini perché sotto l'influenza di agenti tossici? sembra quasi che qui si ammazzi e rapini perchè "drogati"... eventualmente si commettono crimini per comprare le sostanze proibite e/o per proteggere il territorio dove le si commerciano...

sugli effetti assunzione di sostanze stupefancenti, ti consiglio di noleggare il dvd di supersize me e poi mi saprai dire cosa fa peggio se cibi preconfezionati a go-go o altro ;)

Heraclitus said...

Quando parlo di "liberalizzazione" contrapposta a "nazionalizzazione" mi riferisco all'economia nazionale di un paese, non alle piante di coca. Tu parli di "nobile idea di riprendere a parlare in modo più aperto di pianta di coca". Ma io ti dico, e primariamente ribadisco di essere un agronomo e secondariamente un economista quindi dovrei propendere per la tua posizione, che invece questa cosa è 'na castronata mostruosa. Ma non per l'argomento coltivazione-piante-di-coca in sé, bensì per la gestione micro e macroeconomica che si affianca alla cosa.

"si era assistito solo a privatizzazione nei confronti dei più forti spesso siglate con veri e propri contratti capestro" - Questa frase è contradditoria, falsa, basata su uno scenario non vero. La cosiddetta "privatizzazione nei confronti di un elemento privilegiato" rappresenta l'anima del mercantilismo, che purtroppo è l'anima del Sud America, il concetto invece di "privatizzazione siglata con contratto capestro" è una ulteriore estremizzazione di un concetto mercantilistico. Ora quello che sto cercando disperatamente di farti capire è che il mercantilismo è agli antipodi del capitalismo. Il mercantilismo sta a monopoli, quasi-monopoli e tasse d'importazione come il capitalismo sta al mercato-libero, globalizzazione, abbassamento dei prezzi per i consumatori (mercato).
Ma non posso spiegartelo con un riassuntino, leggiti intanto quell'articoletto di cui sopra.
Per essere brutali, a me, m'importa una sega se a sti contadinetti lo Stato gli fa coltivare 3 piantine di coca e si pone come unico compratore a prezzi fissati da lui (stiamo parlando di socialismo ragazzi), il risultato a livello nazionale sarà prima o poi come quello Argentino, con la differenza che l'Argentina di risorse ne aveva e ne ha, però adesso si è incaprettata di debiti per inettitudine e corruzione dei governanti. La Bolivia di risorse ne ha davvero poche e la cosa potrebbe terminare a livelli Cubani o Nord Coreani. Parlo di economia, non di crimini contro l'umanità, lì nessuno può dire ora esattamente come andrà.
E se se lo sono eletto, ok! Ma poi non venitemi a dire che la colpa è degli "imperialisti" se economicamente la Bolivia andrà a carte 48!

perdukistan said...

legba i tuoi son:
1 ragionamenti teorici (per non dire catastrofisti)
2 opinioni espresse con scarsa conoscenza dei fatti, ho paura.
a me sia mercantilismo che capitalismo non soddisfano appieno perché mi pongo problemi di libertà individuali possibilmente non in astratto ma tenendo presente una determinata realtà se possibile regionale e non meramente nazionale e, in ultima analisi globale.
la bolivia ha nel suo sottosuolo almeno l'1% del gas mondiale (ne ne potrebbe essere di più), in un epoca di avidità di fonti energetiche non mi pare messa maluccio, all'oro nero si aggiunge l'oro verde della coca. (lasciamo da parte l'acqua per un istante)
l'oro nero era stato dato in "concessione" a imprese petrolifere europee (principalmente) spagnaee di paesi limtrofi (arentina e brasile). a seguito di contratti capestro alle imprese straniere erano state richieste royalties sottocosto (i motivi decidili tu, funzionari inetti, mega-corruzione, interesse privato ecc) quind il prezzo del gas estratto (ed esportato) era vantaggiosissimo per gli stranieri che, successivamente, lo rivendevano ai boliviani a, pare, prezzi che col mercato mondiale non avevano molto a che fare visto che erano quasi tripli. ora, ammesso e non concesso che il prezzo possa essere stato eccessivo, non si capisce perché "strategicamente" un paese che nel proprio sottosuolo ha ingenti quantita di sostanze combustibili, le debba svendere condannando sé stesso a uno sviluppo pressoché zero e milioni di persone a condizioni di indigenza... perché?
l'oro verde, che molto prima di essere utilizzato per la produzione di cocaina, era da secoli parte integrante della cultura e religione di decine di popoli indigeni (e quindi anche fonte di sostentamento delle loro comunità). oggi, grazie anche ad alcuni "imprenditori" coraggiosi s'è scoperto che dalla foglia di coca si possono estrarre altre sostanze e/o produrre prodotti alimentari che, perquanto sempre in presenza di una minima percentuale di alcaloidi, non possono essere considerati tossici. le piante di coca, se si toglie la coca cola e un paio di industrie farmaceutiche non boliviane, possono essere vendute all'estero solo in piccolissime quantità.
quindi se da una parte si recuperano le royalties perdute per il gas (ancora non è chiaro come avverrà la nazionalizzazione del gas, ma non si tratterà di un esproprio proletario) e dall'altra si consentira a piccoli e medi imprenditori di poter coltivare una pianta (che è, oltretutto, medica) non si darà la possiblità a un vetero-socialismo di radicarsi nel poverissimo paese andino-amazonico bensì si consentirà uno sviluppo di tipo diverso. in questo contesto, i toni anti-impero (quind anti-USA) sono non solo comprensibili, ma, e in particolare a proprosito della coca, pure condivisibili. sulle prepotenze delle multinazionali e i proibizionismi dei governi ricchi non s'è mai visto crescere nessuna società liberal-democratica

Anonymous said...

http://frontpagemagazine.com/Articles/ReadArticle.asp?ID=20657

Anonymous said...

Perdukistan, che ne dici delle foto che ritraggono Morales in compagnia di Chavez o di Maradona? Hai visto che teneri piccioncini? Mah...

perdukistan said...

mi ricordo anche delle foto di rumsfeld e saddam, ma che c'entra...

Anonymous said...

Non so, ma andiamoci piano con tutto 'sto entusiasmo...