6.08.2018

ci vuole un sottosegretario alla droga

Par di capire che anche questo governo, come del resto da molti anni a questa parte, non abbia intenzione di nominare un sottosegretario con delega alle "droghe". MALE!
Si dirà "meglio così, te l'immagini cosa farebbe 'sto governo con la lega come socio?"
Tanto per cominciare occorre ricordarci che le peggiori leggi in Europa in materia di droga sono italiane e frutto nel 1990 di una democristiana di sinistra, Rosa Russo Jervolino e un socialista Giuliano Vassalli e nel 2006 di un ex-fascista Gianfranco Fini e un ex-democristiano di destra Carlo Giovanardi - quindi, almeno qui, il danno non è stato ancora fatto; seconda di poi nascondere la polvere sotto il tappeto non ha mai aiutato a prender in considerazione i problemi. Certo c'è sempre il rischio di svegliare cani che dormono, ma il sonno, anche dell'irragionevole peggiore proibizionismo, genera comunque mostri. E si può combattere solo un nemico che c'è, altrimenti è una (lodevolissima per carità) lotta contro i mulini a vento.
Ora la dico grossa:
"in Italia non c'è un problema di droga",
anzi fatemela dire ancora più grossa:
"in Italia non c'è un problema di proibizionismo sulle droghe per come lo si conosceva".
Anche per le "droghe" in Italia tutto viene affidato all'ignoranza e all'indifferenza! Infatti, secondo le cifre che vengono certificate dal governo e osservatorii internazionali, un paese dove il 10% della popolazione incontra le "sostanze stupefacenti" con una certa frequenza, sarebbe un paese non solo in ginocchio ma diviso rinchiuso in comunità di recupero, pronti soccorso, aule di tribunale o in carcere. E invece...
E invece no. E invece, anche a fronte di un prepotente ritorno dell'eroina e altre sostanze poco conosciute nella loro composizione, e a un sensibile aumento di arresti per 'droga' abbiamo imparato a convivere coll'illegalità generando meccanismi di auto-difesa dallo stato, dalla criminalità e dai danni del rapporto problematico colle sostanze.
Non solo, secondo il calcolo delle probabilità, tutte queste persone che consumano e/o detengono e/o coltivano e/o vendono o comprano tutte queste tonnellate di roba tossica e illegale dovrebbero finire in carcere, anche per poco, in numeri molti più consistenti dei 18.000 che oggi son in galera per "reati di droga". Certo 18000 persone in galera per non aver (nella stragrande maggioranza dei casi) fatto del male a nessuno sono un'enormità, ma rappresentano lo 0,003% della popolazione...
Quindi perché, anche il peggiore governo tra i governi democratici (cosa che ci tengo a ripetere questo non è, almeno per il momento), dovrebbe dedicare un responsabile politico alla "droga"? Proprio perché non è un emergenza ma perché è diventato un fenomeno economico, sociale e culturale strutturale. Possibile disinteressarsene affidando a sprovveduti burocrati la gestione di tutto ciò?
Questi sei milioni di persone infatti, oltre che distrarsi, rilassarsi, sballarsi o auto-curarsi, fanno muovere qualcosa intorno ai 14 miliardi di euro l'anno, distraggono milioni di ore lavoro alla pubblica amministrazione - dalla strada alla galera passando per prefetture, tribunali, ospedali, unità di strada, assistenti sociali eccetera - e concorrono a sottrarre alle casse dello Stato fior di quattrini in tasse imposte eccetera.
Ma se anche tutto questo non fosse sufficiente a suggerire la nomina di un sottosegretario, ci sarebbe da rispettare una legge dello stato che impone l'organizzazione di una conferenza nazionale sulle droghe ogni tre anni, l'ultima è stata convocata nel 2009 - fate quindi i conti voi da quanto tutti se ne sbattono.
Mi pareva d'aver capito che il governo del cambiamento volesse agire all'interno della Costituzione, bene, questa bellissima Costituzione, oltre a elencare tutta una serie di principi fondamentali (probabilmente tutti violati dalle leggi in materia di droga), prevede che le istituzioni rispettino le leggi.
Dal dicembre 2016 l'Italia ha legalizzato anche la canapa industriale consentendone anche la produzione per uso cosiddetto ludico purché il THC che uno si fuma non superi lo 0,2% (ancora mi sfugge come si possa controllare tutto ciò ma insomma cosa fatta capo ha). Tutte le leggi hanno sempre bisogno di un periodo di rodaggio prima di entrare effettivamente in forza, ebbene questa (ri)legalizzazione ha messo in moto un'industria che nei primi 12 mesi ha fatto fatturare, a piccole imprese, quasi 45 milioni di euro.
La legge è passata col consenso di tutte le forze politiche.
Last but not least, a marzo del 2019 (quando magari torneremo al voto) alle Nazioni unite di Vienna si terrà un segmento ministeriale della Commissione Droghe che dovrà far il punto sulle politiche internazionali di controllo degli stupefacenti. Ad aprile del 2016 (e non solo perché ci misi lo zampino) l'Italia dette un segnale di rottura col passato e disse cose di buon senso, salvo disinteressarsene poco dopo (non solo mancava anche allora il sottosegretario alle droghe, ma il ministro della giustizia era uno tra i meno assertivi che si possano ricordare purtroppo).
Insomma, son più gli argomenti a favore che quelli contro a una presenza di un responsabile che nel Governo s'interessi politicamente di droga. Magari anche per cambiar nome al Dipartimento che oggi si interessa, pare, solo di politiche anti.

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