Martedì prossimo si aprono ad Annapolis il lavori della conferenza di pace sul medio oriente. Tutto quanto andrebbe scritto tra virgolette perché non saranno lavori, non sarà una conferenza di pace e non tratterà di medio oriente, si tratterà di una serie di photo opportunity per far vedere al mondo che, nonostante tutto, c'è chi si interessa della questione israelo-palestinese.
Bush e Blair giocano in casa mentre gli arabi amici dei palestinesi, ma nemici tra di loro come sauditi e siriani, saranno presenti ma con delegazioni di basso profilo in quanto membri della Lega araba. Europei in pompa magna e le parti in causa in estenuanti negoziati su dei comunicati stampa finali dove, con tutta probabilità, alla fine ci si rallegrerà di essersi riuniti dopo la seconda intifada e di esser pronti a prendere in considerazione la (sciagurata) proposta della concessione di una qualche forma di sovranità nazionale ai palestinesi in un contesto in cui Gerusalemme diverrebbe centro politico del nascituro stato con confini da recuperare previo ritiro e/o smantellamento degli insediamenti illegali degli ultimi anni.
Grandi impegni economici degli USA per gli israeliani e dell'Europa e paesi arabi per i palestinesi.
Seguirà crisi di Governo in Israele, rilancio dell'opposizione dura di Hamas con attentanti contro "Fatah" e coloni e non se ne farà di niente.
Il tutto mentre in Libano vige lo stato di emergenza.
Si accettano scommesse.
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