Oggi si riaffronta l'argomento su Notizie Radicali.
"[...] Negli ultimi cinque anni, i veri libertari - o anarchici - della Rete hanno subito poderosi attacchi sferrati da chi, surrettiziamente e sempre più spesso in ossequio desiderata di ordine economico più che politico, ha voluto imporre regole non tanto per esaltare le caratteristiche di libertà e democrazia di internet, bensì per rafforzare posizioni dominanti spesso tendenti al monopolio delle multinazionali di telecomunicazioni, software o intrattenimento, oppure per insinuare controlli invisibili di privacy e dati personali o per imporre militaresche limitazioni allo scambio di idee e opinioni, quindi di innovazione, di cultura e di libertà a livello globale.
Che si tratti del giovane cracker che passa la notte a violare siti istituzionali, o di dissidenti cinesi o intellettuali arabi, oppure del venditore cambogiano di cravatte di seta, piuttosto che delle multinazionali o delle organizzazioni internazionali, Internet ha bisogno di regole. Fino a oggi a regolamentare la Rete ci ha pensato un club di diritto privato californiano chiamanto ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers). Con la comparsa della Cina e della sua grande muraglia telematica (costruita tra l'altro con tecnologia Microsoft), nonché con la crescente adozione di anacronistiche protezioni in settori di mercato che, per loro natura, sono invece estremamente dinamici, la lungimiranza dei padri fondatori di Internet dovrà essere rafforzata da meccanismi attivabili affinché il mondo virtuale possa consenitre la ricerca della felicità e della prosperità piuttosto che la caccia al "deviante"[...].
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