We’re on a road to nowhere Come on inside * Takin’ that ride to nowhere We’ll take that ride
4.06.2008
Il vinello del radicalaccio Staderini
Nella grotta viene in mente che a ogni lista va abbinato un bicchiere.
1 comment:
Anonymous
said...
O BRIACHI, NON VE NE REGGE UNO !
Mattioli lascia il PD. ecco i perchè
3 04 2008
“Lascio il Pd”
Gianni Mattioli lascia il partito di Veltroni: “Incompatibili con l’ambientalismo del fare. I sì devono essere sostenibili”
“Sono un uomo di movimento che non nasconde simpatia per le posizioni di Sinistra Arcobaleno”. Lo dice in un’intervista al Manifesto Gianni Mattioli, fisico, tra i fondatori del movimento ambientalista italiano e tra i sette ecologisti firmatari tempo fa dell’appello pro Pd. Una scelta, quella dell’allontanamento dal Partito democratico e dell’avvicinamento alla Sinistra Arcobaleno, che Mattioli motiva così: “Vedevo nel Pd la capacità di giocare una vera partita riformista nel paese, ma ho sbagliato”. I rapporti, spiega ancora Mattioli, “si sono incrinati quando si è iniziato a parlare dell’ambientalismo dei sì. Poi con la stesura del programma la rottura si è consumata definitivamente. Lì si è avuta la conferma: il Pd punta in modo ossessivo sulla crescita e dice sì anche al nucleare. Neanche una parola sulle questioni dello sconvolgimento climatico e sul suo impatto nell’economia e sulle abitudini della gente”. L’alternativa, per Mattioli, è “disegnare uno sviluppo basato su altri principi. I no al cemento, al Mose di Venezia, agli inceneritori e alle inutili infrastrutture come la Tirrenica, sono accompagnati da molti sì: come il restauro dei centri storici, il recupero dell’abbandonato, il ferro, il treno, l’eolico. Un principio che si basa sul limite delle risorse”. Su Sinistra Arcobaleno Mattioli rileva come “le questioni dell’ambientalismo e della non violenza” siano al centro della nuova forza di sinistra.
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O BRIACHI, NON VE NE REGGE UNO !
Mattioli lascia il PD. ecco i perchè
3 04 2008
“Lascio il Pd”
Gianni Mattioli lascia il partito di Veltroni: “Incompatibili con l’ambientalismo del fare. I sì devono essere sostenibili”
“Sono un uomo di movimento che non nasconde simpatia per le posizioni di Sinistra Arcobaleno”. Lo dice in un’intervista al Manifesto Gianni Mattioli, fisico, tra i fondatori del movimento ambientalista italiano e tra i sette ecologisti firmatari tempo fa dell’appello pro Pd.
Una scelta, quella dell’allontanamento dal Partito democratico e dell’avvicinamento alla Sinistra Arcobaleno, che Mattioli motiva così: “Vedevo nel Pd la capacità di giocare una vera partita riformista nel paese, ma ho sbagliato”.
I rapporti, spiega ancora Mattioli, “si sono incrinati quando si è iniziato a parlare dell’ambientalismo dei sì. Poi con la stesura del programma la rottura si è consumata definitivamente. Lì si è avuta la conferma: il Pd punta in modo ossessivo sulla crescita e dice sì anche al nucleare. Neanche una parola sulle questioni dello sconvolgimento climatico e sul suo impatto nell’economia e sulle abitudini della gente”.
L’alternativa, per Mattioli, è “disegnare uno sviluppo basato su altri principi. I no al cemento, al Mose di Venezia, agli inceneritori e alle inutili infrastrutture come la Tirrenica, sono accompagnati da molti sì: come il restauro dei centri storici, il recupero dell’abbandonato, il ferro, il treno, l’eolico. Un principio che si basa sul limite delle risorse”.
Su Sinistra Arcobaleno Mattioli rileva come “le questioni dell’ambientalismo e della non violenza” siano al centro della nuova forza di sinistra.
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