12.16.2009

Sulle annunciate limitazioni all'utilizzo di Internet

PERDUCA (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PERDUCA (PD). Intervengo in merito al preannunciato giro di vite su Internet a seguito di quanto avvenuto a Milano contro il Presidente del Consiglio.

Dico questo perché le agenzie ci informano che il ministro Maroni ha annunciato che un decreto-legge apposito dovrebbe essere discusso nel prossimo Consiglio dei ministri.

Questo è un Paese che si fonda in primis sulla non certezza del diritto e quindi qualsiasi tipo di norma deve avere sempre a che fare con il fatto che è talmente violatrice dei nostri principi costituzionali che applicarla è un disastro. Ma questo è anche l'unico Paese in Europa ad aver, in primo luogo, criminalizzato una tecnologia, ossia lo scambio dei dati con il cosiddetto pir tu pir; in secondo luogo, con il decreto Pisanu ha imposto tutta una serie di vessazioni non soltanto a chi oggi gestisce punti Internet ma anche a quelle Province o Comuni che stanno iniziando a lanciare una serie di proposte di offerta wirefire gratuite; in terzo luogo, è il Paese - e questa è la preoccupazione che in particolare desidero sollevare oggi - ha adottato una serie di misure, con tutti i Governi negli ultimi dieci anni, in relazione alle manifestazioni sportive, che oggi il ministro Maroni dice dovrebbero essere trasportate al dominio virtuale di Internet. In questi giorni abbiamo incardinato in 1a Commissione una revisione di alcune di dette norme che regolamentano l'accesso alle manifestazioni sportive, perché in effetti inapplicabili oltre che incostituzionali.

Allora, onde evitare di ritrovarci fra due mesi a dover - come abbiamo già fatto - adottare un emendamento del collega D'Alia per poi farlo cancellare dalla Camera dei deputati dagli stessi che lo avevano suggerito alla maggioranza (tramite però un membro non della maggioranza), sarebbe il caso di bloccare ogni decreto che vada a creare uno Stato di polizia sul modello cinese o iraniano in Internet. Si potrebbe aprire un dibattito in 1a e 2a Commissione, magari coinvolgendo anche altre - non saprei quale Commissione sia competente in materia di Internet, perché mette insieme molti aspetti - e soprattutto chi la rete conosce e non esclusivamente dal punto di vista legale ma dalla vera legge della rete, ossia i codici.

Eventualmente nelle prossime settimane o alla ripresa dell'anno prossimo si potrebbe finalmente svolgere un dibattito parlamentare nel merito e nel metodo della presunta (chi la ritiene necessaria e chi non la ritiene tale, come me) regolamentazione di Internet, proprio perché si continua a penalizzare anche il futuro della nostra economia.

Questo è un Governo che non ha investito sulla banda larga ma l'Italia è anche un Paese che eccelle dal punto di vista dell'ingegneria elettronica, in particolare nel campo di Internet e di tutto ciò che attiene al software, settori che può anche regolamentare e far crescere.

Se chiaramente non ci dovessero essere riscontri positivi da parte della maggioranza cercheremo - e ringrazio i pochi che sono rimasti ad ascoltare il mio intervento - di ottenere tale risultato presentando una mozione ad hoc, perché, in effetti, non si può in un momento di crisi penalizzare ancora una volta uno dei possibili volani della nostra crescita economica, nonché chiaramente della circolazione delle idee. (Applausi della senatrice Poretti).

PRESIDENTE. Senatore Perduca, la Presidenza prende atto delle sue sollecitazioni.

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